22/06/09

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Preservativi a scuola, scoppia la polemica

Il Vicariato: «iniziativa da deplorare». Il presidente Zingaretti precisa: «Decideranno gli istituti»

ROMA (20 giugno) - I distributori di preservativi nelle scuole di Roma scatenano polemiche e paure. La Chiesa è preoccupata: quella dei distributori «è un’iniziativa da deplorare».
La decisione, votata tre giorni fa dalla Provincia, è nelle due pagine in cui il consiglio provinciale di impegna a «sostenere una corretta informazione sessuale con un programma completo che preveda, oltre all’installazione di distributori automatici di anticoncezionali, campagne di prevenzione e sostegno nella lotta contro il diffondersi dell’Hiv...».

Questo è scritto nella mozione 132 che il presidente della Provincia ha deciso di inviare a tutte le persone che nelle ultime ventiquattr’ore lo hanno criticato.

Nicola Zingaretti non si tira indietro e spiega ancora una volta che al centro della mozione «c’è la salute dei ragazzi». «Quella del Cardinale Vallini - risponde il presidente - è una posizione autorevolissima. E’ giusto e naturale che venga espressa vista la delicatezza del tema. Da parte mia non posso che confermare che il contenuto principale della mozione sia quello di sensibilizzare l’amministrazione a porre l'attenzione sul tema della salute delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, dell'informazione sessuale e della prevenzione dell'Hiv. Come è anche del tutto ovvio, che spetterà agli istituti, e cioè ai docenti, ai genitori e agli studenti, decidere se avvalersi di questa opportunità oppure no». Perché così è spiegato nel testo, anche nel rispetto dell’autonomia delle scuole.

Patrizia Prestipino, assessore provinciale ai Giovani «dice la sua come insegnante: i nostri ragazzi sono disinformati sui pericoli che corrono e, spesso, finiscono per chiedere agli amici oppure si affidano al sentito dire. A scuola, insieme ad informazioni culturali, si dovrebbero acquisire anche corretti stili e modelli di vita». A cominciare da un distributore di anticoncezionali.

Indignato il vescovo ausiliare di Roma e rettore della Pontificia Università Lateranense, Rino Fisichella: «A Roma le scuole crollano, non funziona nulla e chi è responsabile di questo si preoccupa di mettere scatolette di condom nelle scuole».

E il coordinatore del gruppo federato della Sinistra e primo firmatario del documento, Gianluca Peciola, lancia un appello alle scuole a «segnalare al più presto la loro disponibilità. Già a settembre - dice - andremo negli istituti superiori a spiegare gli obiettivi della mozione, la possibilità di inserire interventi di sensibilizzazione rivolti ai ragazzi, insieme a quella dei distributori automatici di preservativi». Nella mozione infatti è scritto che una delle fasce più esposta è quella dei giovani.

«La Chiesa non è legittimata a parlare di preservativi dal momento che recentemente si è schierata contro», afferma uno dei responsabili del Comitato Consapevolezza e libertà che ha promosso la distribuzione dei preservativi nelle scuole, Marco Palillo (Sinistra e Libertà).

L'assessore regionale all'Istruzione, Silvia Costa, trova discutibile, «tutto ciò perché se è apprezzabile sostenere progetti per l'educazione dei ragazzi ad una sessualità responsabile, alla prevenzione dell'Aids, è poco opportuna l’installazione dei distributori di profilattici, così si legittima un approccio consumistico ad un tema che coinvolge invece profondamente emotività, responsabilità».

E Federico Iadicicco, consigliere provinciale del Pdl, condivide «la posizione del cardinale Vallini, la mozione è una scorciatoia che tralascia l’educazione delle giovani generazioni».

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